Data: 13/10/2023
Ora: 17:30 - 20:00


Conclusione della mostra collettiva itinerante,
a cura di Florinda Cerrito

Fondazione Orestiadi di Gibellina

Venerdì 13 ottobre 2023, ore 17.30

Il progetto sperimentale, che ha preso il via lo scorso 31 marzo vede la sua conclusione con un evento speciale che vedrà riuniti tutti i 16 artisti e avrà luogo negli spazi della Fondazione Orestiadi a Gibellina.

Filoconduttore” è un progetto nato a Palermo da un’idea di Florinda Cerrito, in collaborazione con Vincenzo Giovinco, Luca Savino, Fabio Ventimiglia e Giacomo Barone, trattasi nello specifico di una collettiva itinerante concretizzatasi dall’incontro di sedici artisti in sedici date, e che si è snodato lungo un percorso che ha coinvolto diversi spazi e aree urbane del centro storico palermitano. Protagonista del progetto un vero e prorpio filo che tutti gli artisti hanno interpretato con materiali sempre differenti, in spazi, modalità, momenti e luoghi diversi; un filo che è anche una metafora, un monito, una possibilità, perché a volte basta questo per oltrepassare confini spesso invalicabili. Un filo, infine, per ciò che è bello e per ciò che è brutto, un mezzo semplice e poderoso per comprendere e rendere fruibile ciò che il mondo dell’arte non sempre rende accessibile. L’”Evento finale del Filoconduttore” è in programma per venerdì 13 ottobre alla “Fondazione Orestiadi” (Baglio Di Stefano, contrada Salinella, Gibellina – TP) dove verrà inaugurata, a partire dalle ore 17.30, la grande mostra collettiva, con le opere dei sedici artisti coinvolti, e che rimarrà fruibile fino al 5 novembre.

Con questa iniziativa si è dato accesso all’arte in un modo diverso, più diretto e interattivo, attraverso vetrine più condivisibili quali i locali coinvolti, la strada e il web, con un sito che rappresenta una vetrina permanente a cui chiunque voglia accedere anche fuori dalle date degli eventi, per conoscere gli artisti e la loro arte. Tutto ciò è stato reso possibile anche grazie ad un qrcode presente in tutti i supporti grafici, dalle locandine alle cartoline, sempre diverse per ogni tappa.

“Avevo in mente questo progetto già da alcuni mesi, antecedenti al gennaio di quest’anno – spiega l’artista Florinda Cerrito, curatrice del progetto -. Tra una mostra e l’altra, tra una collettiva e un evento artistico, cresceva lentamente in me la voglia di fare qualcosa di diverso, sempre in questo ambito, e che coinvolgesse non solamente gli artisti e chi vi gravita intorno, ma anche un pubblico ignaro, inconsapevole, anche ingenuo e senza filtri, fuori da determinati circuiti artistici. E inoltre, sapendo che nell’arte si concentrano sinergie e connessioni fortissime, inevitabili, che non sempre riescono a incrociarsi o a interagire, ho immaginato qualcosa che facesse da collante, e che unisse diverse forze ed artisti. Così è nato Filoconduttore”.

La prima tappa si è svolta lo scorso 31 marzo con una mostra e una performance artistica di Florinda Cerrito, dove, insieme agli altri artisti del “filo”, si è interagito con un pubblico per strada, in un’arteria principale del centro storico, affollata e prevalentemente pedonale, che è stata per un periodo di tempo indeterminato, il palcoscenico ignaro dell’evento. La caratteristica principale di Filoconduttore è proprio quella di portare l’arte per strada, tra la gente impreparata ad accoglierla, per stupire, sorprendere, entusiasmare e far riflettere. Filoconduttore quindi come “arte in strada”. Così, a seguire, per ogni venerdì, ciascun artista, si è espresso con modalità e tematiche differenti, fino all’evento finale che si terrà alla Fondazione Orestiadi di Gibellina.

“La Fondazione Orestiadi di Gibellina ospita, negli spazi del Baglio Di Stefano, la fase conclusiva di Filoconduttore, progetto nato da un’idea di Florinda Cerrito, che ha coinvolto sedici artisti che hanno presentato, in alcune piazze e in piccoli spazi commerciali di Palermo, le loro opere – commenta Enzo Fiammetta, Direttore del Museo delle Trame Mediterranee -. Ne è risultata una manifestazione fuori dai canoni consueti, gli artisti e i loro gesti performativi improvvisamente vengono offerti ai passanti, agli avventori  dei luoghi scelti, a chi casualmente si incrocia e si intende coinvolgere, spesso accolti da intenzioni riluttanti. Con lo scopo evidente di provocare una leggera scossa in chi guarda e interagisce con l’artista, e con l’intenzione più o meno evidente di trasportare, chi partecipa, anche accidentalmente su un terreno inesplorato, inconsueto, quasi come un gioco che ci conduce in maniera più o meno intensa, o più o meno consapevolmente, sulle questioni irrisolte che caratterizzano la nostra contemporaneità e all’oggetto degli artisti di Filoconduttore, ovvero: la crisi dell’ambiente, degli Stati, delle coscienze, delle relazioni. Questioni – conclude –  che ogni artista ha posto con i propri strumenti con una varietà di linguaggi segno del nostro tempo. Filoconduttore ha posto in maniera chiara le questioni legate al rapporto tra arte e città, e ha sperimentato nuove relazioni tra chi fa arte e chi ne usufruisce, tra chi pratica e chi si spera possa sanare il bisogno di bello in tutte le sue forme”.