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Mafia: singolare femminile

Data: 18/07/2021
Ora: 21:00 - 22:00


spettacolo

Baglio Di Stefano, Gibellina

 

di Cetta Brancato e Marzia Sabella

regia di Enrico Stassi

con Stefania Blandeburgo, Maria Teresa Coraci, Giuditta Perriera, Francesca Picciurro

scena e costumi di Elisabetta Giacone

sound design di Emanuele Sutera

Produzione Fontarò – Circolo ARCI di Palermo

 

Liberamente tratta dal libro Nostro Onore di Marzia Sabella, Mafia: Singolare Femminile è un’opera teatrale scritta dalla drammaturga Cetta Brancato e dal magistrato Marzia Sabella. Per la prima volta, proposta nella sua versione integrale pubblicata per l’occasione da Navarra Editore.  Il testo si compone di otto monologhi di donne, l’altra metà del cielo del fenomeno mafioso.
I personaggi escono dalle carte processuali e incarnano gli aspetti femminili di un mondo funesto in cui la donna compie la propria condizione, sempre in rapporto con il lutto e il dolore, dove non è escluso in taluni casi un forte accento comico che sottolinea maggiormente – e per contrasto – la tragicità delle esistenze.

La messa in scena è affidata a tre attrici che si dividono l’interpretazione delle otto donne. Una quarta attrice veste i panni di una Prefica. Assumendo quasi le funzioni di un coro greco o di una Cassandra, la Prefica interviene in maniera visionaria e inquietante tra un monologo e un altro, commenta o predice, segna il passo dell’evolversi del repertorio tragico (talora tragicomico) che fa della scena un teatro-inferno, luogo non-luogo i cui interpreti sono condannati senza redenzione a recitare sempre lo stesso copione di ciò che è stata la propria vita.
Un contemporaneo inferno di Sicilia, dunque, in cui le voci si sovrappongono in un rito violento e inesorabile. Senza salvezza, senza perdono, senza genesi, la figura femminile, nell’ergersi all’interno del fenomeno mafioso, perde inesorabilmente ogni qualità dell’anima, alimentando sterilità e dolore. I personaggi sono pertanto “eroi tragici”, interpreti di una tragedia moderna. Moderna perché, a differenza del teatro classico, non vi è catarsi né intervento di un qualche deus ex machina che giungerà a ripristinare la giustizia o un ordine superiore.
L’unica redenzione possibile – non scontata, né applicabile ai personaggi – è la crudeltà dello specchio: la coscienza di quanto potente, antropologicamente radicata, sia la cultura mafiosa, con tutto il suo sostrato di familismo amorale e di religiosità arcaico-patriarcale.

Proprio per questo la visione “singolare femminile” della mafia è ancora più impietosa. È come se chi fosse chiamato, biologicamente, a dare la vita, fosse anche chiamato a perpetuare, oltre la specie, anche la cultura. Generatrici e custodi, dunque, di un ordine inviolabile.

 

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In conformità alla normativa per il contenimento dell’epidemia da Sars-cov-2, è possibile acquistare biglietti multipli solo ed esclusivamente per congiunti, in quanto i posti assegnati saranno contigui.

Prenotazioni

Le prenotazioni online non sono al momento disponibili. Per informazioni chiamare lo 0924 67844

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