Mi fa male il mondo…
Mi fa bene soltanto l’idea
che si trovi una nuova utopia
litigando col mondo.
Giorgio Gaber
Il Festival delle Orestiadi, realizzato dalla Fondazione Orestiadi con il sostegno istituzionale dell’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana, e il progetto speciale al Cretto di Burri grazie all’Assessorato ai Beni Culturali e dell’identità siciliana della Regione Sicilia, giunge alla sua quarantatreesima edizione e ritorna in scena a Gibellina tra il Baglio di Stefano e il Cretto di Burri dal 5 luglio al 10 agosto.
In linea con il progetto portato avanti in questi anni con la direzione artistica di Alfio Scuderi, il Festival si conferma polo del Contemporaneo in Sicilia con il suo articolato programma tra teatro, musica e arte visive, e prova a far vivere e raccontare la contemporaneità come linguaggio vivo ed in divenire, attraverso performance originali che costituiscono l’anima del Festival. Quattordici spettacoli: due anteprime, quattro prime nazionali, due progetti speciali site specific, inediti, costruiti nello spazio unico del Cretto. Una serie di “percorsi teatrali”, immaginati e pensati dentro i luoghi di Gibellina, dal Baglio di Stefano al Cretto di Burri, luogo simbolo delle creatività contemporanea. Qui la parola si mischierà alla musica, altra grande protagonista delle Orestiadi e di questa edizione in particolare, in una commistione di linguaggi che ha sempre rappresentato una delle linee artistiche più forti del Festival.
Ed è proprio sulla “forza delle parole”, e su quel valore politico che spesso hanno nel teatro e nella poesia, che è stato costruito il nuovo programma delle Orestiadi, così come racconta Alfio Scuderi: “sono partito dal contenuto, che diviene esso stessa forma, per raccontare, attraverso i diversi linguaggi dell’arte, un momento storico molto particolare, in cui spesso le parole invece perdono il loro senso. Noi oggi a Gibellina, nel segno di un Festival immaginato per salvare un territorio grazie all’arte, ripartiamo proprio dalla forza delle parole e da autori che hanno dato alle parole peso, valore sociale, a volte maieutico, rivoluzionario, parole che hanno fatto spesso da guida a generazioni, autori e poeti che hanno segnato la storia del nostro paese, a diverso titolo. Partiamo, non a caso, da Giorgio Gaber ed Ennio Flaiano autori indimenticati che attraverso l’arguzia e l’ironia delle loro parole hanno raccontato l’Italia, per arrivare a Danilo Dolci nel centenario della sua nascita, sociologo ed educatore che partendo dalla forza delle parole, tra scrittura e impegno sociale, ha segnato il nostro territorio con una storia unica ed irripetibile. Dichiara Calogero Pumilia presidente della Fondazione: “Nella rifondazione della città di Gibellina il teatro è stato elemento di speranza, divenendo essenziale nel trovare un nuovo senso identitario dopo la distruzione del terremoto. Da 43 edizioni proseguiamo su questa linea, rinnovando costantemente l’offerta e le proposte che confermano il teatro come uno degli elementi essenziali della nostra attività”.
Le parole di Giorgio Gaber terranno a battesimo questa 43° edizione del Festival (venerdì 5 luglio alle 21), autore cha ha tracciato, con Sandro Luporini, un percorso del tutto originale intorno alle parole ed alla loro forza che intrecciate con la musica hanno creato un genere unico come il suo teatro canzone. Parole che saranno portate in scena da Salvo Ficarra, Marcello Mordino e Massimiliano Geraci in “Anche per oggi non si vola”, un omaggio inedito a Giorgio Gaber, immaginato per le Orestiadi, con le musiche eseguite dal vivo da Riccardo Serradifalco, Dario Sulis, Diego Spitaleri, Tommaso Chirco, evento in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber di Milano.
Il weekend di apertura (sabato 6 luglio alle 21) proseguirà con le parole di Ennio Flaino, lette da Fabrizio Bentivoglio e musicate dal vivo da Ferruccio Spinetti in “Lettura Clandestina”, un sentito, poetico omaggio che Bentivoglio porta in giro per l’Italia con grande successo.
In apertura, sabato 6 luglio alle 19.30, andrà in scena una riflessione poetica, per ricordare Ludovico Corrao, che attraverso le poesie scelte da Francesca Corrao e lette da Enrico Stassi e Mara Teresa Coraci, racconti il Mediterraneo in un momento storico così delicato e difficile.
Mediterraneo che continuerà ad essere raccontato attraverso le parole di Mario Di Caro, con il testo inedito che porta in scena storie di naufraghi e di pallone, “Murea Football Club”, narrato da Paolo Briguglia con Luigi Maria Rausa e Simona Sciarabba e con la partecipazione musicale di Jerusa Barros e Chris Obehi (PRIMO STUDIO venerdì 12 luglio alle 21).
Sono passati trent’anni dallo storico, indimenticabile spettacolo di Bob Wilson e Philipp Glass “T.S.E.” in prima mondiale a Gibellina nel 1994: domenica 13 luglio, a partire dalle 21,00 verrà ricordato quel progetto grazie ad un incontro, una selezione di musiche per piano di Phlip Glass eseguite dal vivo da Lucia Cassarà e alla proiezione del documentario Memory Loss di Roberto Andò.
Come ogni anno le Orestiadi, attraverso le parole del teatro civile, ricordano Paolo Borsellino nel giorno della sua morte. Quest’anno andrà in scena “La Grande Menzogna”, testo scritto e diretto da Claudio Fava con David Coco (venerdì 19 luglio alle 21), che sarà anticipato, alle 19.30, da “Parole di Legalità”, incontro in cui Lirio Abbate dialogherà con Rino Giacalone.
Sabato 20 luglio alle 21, “Radio Argo”, riscrittura contemporanea dell’Orestea di Igor Esposito, diretto e interpretato da Peppino Mazzotta (spettacolo che lo scorso anno fu sospeso a causa di un maltempo improvviso).
Il percorso proseguirà, venerdì 26 luglio alle 21, con “Canzuna segreta” (PRIMA NAZIONALE in collaborazione con OPERAESTATE Festival Veneto), progetto di traduzione e regia di Giuseppe Massa, musiche di Dario Mangiaracina, con Giuseppe Massa, Dario Mangiaracina, Roberto Calabrese e Carmelo Drago, da “La Notte poco prima della Foresta” di Koltes.
L’ omaggio del Festival a Danilo Dolci nel centenario della sua nascita, inizia sabato 27 luglio alle 20,00 con la performance dei Teatri Alchemici, Ugo Giacomazzi e Luigi Di Ganci, “Oltre il sole e la luna c’è le stelle” (PRIMA NAZIONALE in collaborazione con il Centro Sviluppo Creativo Danilo Dolci). Prosegue l’attenzione verso le parole e non solo delle nuove generazioni d’artisti, grazie al progetto #Gibellinacittàlaboratorio rivolto ai giovani artisti siciliani under 35 (PRIMA NAZIONALE sabato 27 luglio alle 21,30) che rinnova la collaborazione con il Comune di Gibellina e con l’Associazione Scena Aperta di Palermo con lo spettacolo vincitore di questa nuova edizione: “Cetti”di Domenico Ciaramitaro con Chiara Gambino.
Venerdì 2 e sabato 3 agosto: parola alla poesia, in scena le parole due grandi poetesse contemporanee italiane come Maria Luisa Spaziani e Patrizia Cavalli.
Quando la poesia diventa teatro: “Giovanna D’arco” di Maria Luisa Spaziani, in prima nazionale, con Silvia Ajelli e Gaia Insenga con le musiche dal vivo di Ermanno Dodaro e Raffaele Pullara (PRIMA NAZIONALE venerdì 2 agosto alle 21) e “Vita Meravigliosa”, omaggio a Patrizia Cavalli con Iaia Forte, musiche dal vivo di Diana Tejera (sabato 3 agosto alle 21).
Il gran finale andrà in scena venerdì 9 e sabato 10 agosto, grazie al Sostegno dell’Assessorato ai Beni Culturali, con il progetto speciale al Cretto di Burri dove intrecciamo la narrazione, la musica e la danza con due inediti progetti site specifc, immaginati per quel magico luogo che è il Cretto. La performance di Davide Enia, Serena Ganci e Olivier Dubois, “La Scomparsa” (venerdì 9 agosto alle 19), “cosa comporta la sparizione di un intero paese con la somma dei suoi abitanti, dei loro ricordi, dei loro sogni? Come si reagisce alla scomparsa di una collettività? E, oggi, cosa significa sapere che altri luoghi scompaiono, divorati dalla terra che si apre o dalle bombe che cadono dal cielo? Quanto di noi scompare assieme ai luoghi che vengono cancellati?” Davide Enia.
Sabato 10 agosto alle 19 ci affideremo alla forza delle parole di Danilo Dolci, con “Radio libera Sicilia”, poesie, racconti e riflessioni lette sul Cretto da Claudio Gioè e Vincenzo Pirrotta, anticipate dai paesaggi sonori di N.A.I.P e con la chiusura musicale in versione acustica di Lello Analfino, evento in collaborazione con il Centro Sviluppo Creativo Danilo Dolci in occasione del centenario della nascita dell’autore. Il 25 marzo 1970 la prima emittente privata “illegale”, Radio Libera Partinico, fondata da Danilo Dolci lanciava un appello disperato per il Belice: la gente vive ancora nelle baracche, neppure un edificio è stato ricostruito, «si marcisce di chiacchiere e di ingiustizie, la Sicilia muore», a quell’appello aderirono da ogni parte d’Italia, la forza delle parole smosse le coscienze del paese. “Radio Libera Sicilia” vuole essere un ricordo e un omaggio ad un grande poeta, sociologo ed educatore, che ha lasciato un segno indelebile attraverso le sue parole e grazie alla sua attività intensa, al suo impegno civile, politico ed educativo a partire dagli anni 50 in quel territorio che aveva scelto per avviare la sua difficile, lunga battaglia.